
"Le Giornate degli Autori" hanno lanciato un Manifesto in difesa del cinema italiano ed hanno organizzato un referendum consultivo rivolto agli iscritti delle varie assoziazioni di settore per sostenere tale progetto. Il SNCCI aderisce all'inziativa.
MANIFESTO 100 + 1
C’è un tesoro da salvare prima che sia troppo tardi, il grande cinema italiano. Quello che dal dopoguerra a metà anni ‘70 ha accompagnato la nostra Storia finendo per formare la nostra coscienza, la nostra percezione degli eventi, la nostra memoria, insomma la nostra identità.
Non si tratta solo di risultati artistici, ma di popolarità. E’ col cinema e nel cinema che l’Italia si è gettata alle spalle il Ventennio, ha costruito la democrazia, unificato le sue molte anime, raccontato agli italiani e al resto del mondo cosa era accaduto o magari cosa stava per accadere. Da Roma città aperta a C’eravamo tanto amati, dalla Liberazione all’avvento delle tv private, generazioni di italiani si sono riconosciute nei volti, nelle storie, negli stili del nostro cinema aristocratico e popolare, improvvisato e industriale, d’autore o di genere, ma sempre libero e imprevedibile.
Eppure, a trent’anni dalla fine di quella grande stagione, molto resta da fare per difendere e valorizzare questo straordinario patrimonio e il suo potenziale culturale. Un esempio per tutti: le benemerite Teche Rai, incluse dall’Unesco fra le “memorie storiche” del ‘900, sono accessibili a chiunque con un semplice click. La nostra memoria cinematografica continua invece ad essere affidata alle leggi non certo benevole del mercato. Ma i film, o almeno certi film, vanno tutelati e fatti conoscere così come si fa con le piazze, i giardini, i palazzi, i monumenti di pubblico interesse. Perché se è impossibile capire il Risorgimento senza il melodramma, o il Novecento senza Svevo e Pirandello, è altrettanto arduo capire il trentennio 1945-1975 senza Rossellini e De Sica, Visconti e Fellini, Risi e Monicelli, ovvero senza Sordi e Totò, Loren e Mangano, Zavattini e Amidei.
Occorre dunque non solo salvare ma diffondere con tutti i mezzi questi irripetibili tasselli della nostra identità collettiva. Per questo chiediamo alle istituzioni responsabili di definire un elenco di 100 titoli irrinunciabili e dichiarati di pubblico interesse, 100 titoli cui garantire, oltre alla sopravvivenza, la più ampia circolazione a fini educativi o culturali. Una sorta di “statuto speciale” che consenta di salvaguardare una memoria destinata altrimenti a sparire oppure a circolare solo entro il ristretto pubblico degli specialisti, perdendo per ciò stesso il suo forte tratto identitario.
Nessuno, per fare un altro esempio, escluderebbe Pavese, Calvino o Moravia dalle antologie letterarie per questioni di diritti d’autore. Ma proprio questo accade, da anni, col nostro miglior cinema, semicancellato da grandi e piccoli schermi proprio mentre l’Italia cambia e i film di quella grande stagione diventano ancora più preziosi. Basta pensare al sostegno didattico-culturale che quei lavori potrebbero fornire alle nuove generazioni di studenti per rendersi conto che abbiamo fra le mani un autentico tesoro. Spetta solo a noi saperlo conservare e divulgare come merita.
Ora la lista dei primi cento film, percorso della memoria e della coscienza collettiva di tutto un Paese, viene presentata, giovedì 28 febbraio 2008 alla Casa del cinema di Roma, in un convegno che metterà a fuoco le diverse facce del problema, tra cui i criteri storici, culturali e didattici adottati per scegliere i film, i precedenti, in Italia e all'estero; i possibili canali e modelli di diffusione del cinema nelle scuole; il ruolo delle tv e dell'home video; la gestione dei diritti d'autore.