mercoledì 12 dicembre 2007
"Paranoid Park" di Gus Van Sant
Gus Van Sant conferma il suo indiscutibile stile cinematografico, il suo "Paranoid Park" è una grandissima prova di saper fare Cinema... 8mm, 35mm che differenza fa?...il risultato è comunque geniale, e contraddistingue il cinema dei grandi registi da quello dell'industria-lavoro-sporcizia cinematografica a cui siamo abituati.
Il film e la linea direttrice artistica del regista, torna a raccontare l'adolescenza come soltanto lui sa fare.
lunedì 10 dicembre 2007
è morto il genio della musica
BERLINO - Il compositore tedesco Karlheinz Stockhausen è morto, a 79 anni, mercoledì. La notizia è stata diffusa solo oggi dalla vedova, Mary Bauermeister, e dalla Fondazione che porta il suo nome. Il decesso è avvenuto a Kürten, in Germania. Nato il 22 agosto del 1928 a Kerpen-Modrath, Stockhausen è stato docente universitario e autore di numerose pubblicazioni sulla teoria della musica.Il compositore tedesco è stato uno dei più innovativi autori, tanto da rivoluzionare radicalmente l'arte compositiva, inserendo l'uso dell'elettronica anche nella musica "colta". Con le sue oltre trecento compisizioni, ha contribuito in modo significativo a rivoluzionare la musica del XX secolo.
sabato 17 novembre 2007
Mostra di Marc Chagall
In mostra dipinti, disegni, sculture e incisioni del maestro russo a Marsciano, Palazzo Pietromarchi, dal 17 novembre fino al 2 marzo 2008
“L’incredibile apparente” è il titolo della Mostra dedicata al maestro russo Marc Chagall di origine ebraica, esponente di spicco della pittura indipendente e innovatrice del Novecento, che per tre mesi, dal 17 novembre fino al 2 marzo 2008, rimarrà in allestimento a Marsciano nelle splendide sale della Residenza Nobiliare di Palazzo Pietromarchi, sede del Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte.
Saranno le sue opere e la sua arte, complicata e simbolica, ricca di rimandi, influssi e anticipazioni anche rispetto al futuro, a “riempire” le sale della trecentesca residenza dei Conti Bulgarelli di Marsciano.
Dipinti, disegni, sculture e incisioni provenienti dalle collezioni di Musei italiani ed europei, costituiranno una occasione unica per conoscere il percorso umano ed artistico del pittore ed il suo itinerario legato alla ricerca stilistica della “Scuola di Parigi”.
Orari della Mostra:
tutti i giorni ore 10.30 - 13.00 / 15.00 - 17.30
domenica 14 ottobre 2007
"I film di Clemens Klopfenstein"
Negli ultimi due giorni di chiusura del Film Festival perugino, mi è capitato di partecipare alle proiezioni di due film dell'artista svizzero Clemens Klopfenstein, che ormai da più di dieci anni risiede a Bevagna.
La piccola ed interessante introspettiva su questo film-maker d'oltre alpe, prevedeva la visione del suo ultimo lavoro cinematografico "DIE VOGELPREDIGIT" (2005) e del precedente "WERANGSTWOLF" (2000).
Fatiche cinematografiche low-buget come tutta la produzione del regista, dalla forte compresenza stilistica ricaduta sulle immagini apparse completamente sgrammaticate nella sintassi cinematografica, idee di sceneggiature bizzarre ed originali come in Werangstwolf, film senza la presenza di una struttura narrativa, puro teatro-cinema. Commedia brillante e visionaria, piena di spiritualità filo-francescana è Die Vogelpredigit. Film che nasce indubbiamente da una precisa missione di autobiografismo di Klopfenstein, che riesce ha far emergere attraverso un'intreccio narrativo, le sue più intime e personali idee sulla vita, sull'arte del cinema e sull'importanza della spiritualità. Rimane comunque una commedia rocambolesca che fà ridere lo spettatore. Non male.
lunedì 8 ottobre 2007
6 OTTOBRE sabato / Teatro Morlacchi
"SIGHT AND SOUND" il cinema che suona
Il festival era già iniziato da qualche giorno ma il mio interesse scivolava in special modo sulla serata di sabato 6 Ottobre, che prevedeva la proiezione di tre film muti: ONE WEEK di Buster Keaton, CHARLESTON di Jean Renoir, LE VOYAGE DANS LA LUNE di Georges Melies; accompagnati dal quartetto diretto dal maestro Marcpo Dalpane.
L'esperimento tra musica e immagini è riuscito perfettamente, le note musicali si sono fuse alle immagini in maniera totale, complementare, e si aveva come l'impressione che la musica fosse esclusivamente diegetica, invece accanto allo schermo c'erano: pianoforte,clarinetto, contrabasso e batteria. Uno spettacolo unico.
Il cinema come non lo avevo mai visto.
"OMAGGIO ANTONIONI"
Nella stessa sera era in programma un omaggio ad uno dei più grandi registi del cinema italiano, se non il più grande: Michelangelo Antonioni.
Tale omaggio prevedeva la proiezione (in pellicola) di 3 cortometraggi: NETTEZZA URBANA del 1948, VERTIGINE del 1950 e l'ultimo lavoro in assoluto del regista recentemente scomparso, LO SGUARDO DI MICHELANGELO del 2004, a cui tenevo in particolar modo.
Il mio rammarico è stato inimmaginabile quando sullo schermo è comparsa la scritta fine, che stava a conclusione della proiezione del secondo dei tre corti, pensando di assistere all'ultimo; ad un tratto le luci si sono riaccese e come per magia il direttore del bATik chiama sul palco Dario Argento, iniziando così la serata in suo onore che procedeva con la visione di tre suoi film durante tutta la notte; lasciandomi con un occhio mezzo aperto e l'altro mezzo chiuso. Peccato.
sabato 22 settembre 2007
"La ragazza del lago" di Andrea Molaioli
Dopo parecchio tempo che non andavo al cinema, qualche giorno fà mi sono deciso a tornarci.
Entrato in una discreta saletta di un cinema perugino, con orgoglio semi-patriota ho scelto di avvolgermi alla visione di questo film di produzione italo-svizzera, da poco presentato al Festival del Cinema di Venezia.
Una pellicola di mediocre impatto, se non fosse per la presenza scenica del protagonista (Toni Servillo), che tutto sommato si porta dietro ancora oggi gli strascichi e la stessa verve umorale della brillante interpretazione in "Le conseguenze dell'amore". Il film va comunque elogiato per alcune peculiarità: l'interessante scelta fotografica di girare la maggior parte delle scene con obiettivi grandangolari, e usando la tecnica della macchina a mano, in modo quasi inpercettibile, ne sono una prova. Anche la buona sceneggiatura regge, peccato alcuni interpreti la recitano in pessima maniera, in certi punti del film scelte di regia troppo ambiziose (vedi fantasma della ragazza), presente in alcune scene dopo la metà del film, servono soltanto a smarrire lo spettatore e a distaccarlo dal flusso della visione e dell'immedesimazione che 'vira' da tutt'altra parte.
VOTO 5,5
martedì 31 luglio 2007
"Michelangelo Antonioni"
Il grande regista si è spento in casa, a 94 anni.
Dalle collaborazioni con Rossellini e Fellini
a capolavori come "L'avventura" e "Blow Up", vincitore a Venezia e Cannes, Oscar alla carriera, maestro del cinema dello sguardo. In tutti i suoi film l'immagine prevale sul linguaggio; in un autore ossessionato dall'incomunicabilità.
ROMA - Con Michelangelo Antonioni - morto ieri sera nella sua abitazione nella capitale, a 94 anni, assistito fino all'ultimo dalla moglie Enrica Fico - non se ne va solo uno dei grandi vecchi del cinema italiano e internazionale, amato e celebrato in tutto il mondo, come dimostra l'Oscar alla carriera ricevuto nel 1995. Con lui scompare anche uno stile davvero unico, all'interno della settima arte: quello di un regista che ha sempre fatto dell'occhio - quello della cinepresa, spesso apparentemente impassibile, e quella dell'autore che silenzionsamente la muove - il centro della sua visione poetica. In cui emergono l'incomunicabilità tra le persone, l'insufficienza delle parole, la solitudine. E poi, per contrasto, il potere dello sguardo, la perfezione dell'immagine.
Un modo di concepire, realizzare e "vedere" i film creata non solo con intenti estetizzanti, ma anche per far venire fuori, senza inutile retorica, l'interiorità e la psicologia dei personaggi. Con un tratto così particolare, e così coerente, da rendere vani i pur numerosi tentativi di imitazione. E senz'altro più adatto a una fruizione critica, o cinefila, che al grande pubblico. Una singolarità che Antonioni - autore di tanti e a volte controversi capolavori, a cominciare dagli eterni cult Blow up e L'avventura - ha tenuto ferma fino alla fine. A dispetto della malattia che negli ultimi anni gli ha impedito di parlare, ma non di comunicare attraverso le sue opere.
Classe 1912, ferrarese, una laurea a Bologna in Economia e commercio, Antonioni si accosta al cinema attraverso l'attività di critico per i giornali. Poi il trasferimento a Roma, dove frequenta il Centro sperimentale di cinematografia. Collaborando con autori del calibro di Roberto Rossellini. Ma è nella sua terra d'origine che realizza il suo primo documentario, il cui titolo dice già tutto: Gente del Po, anno 1947.
In quello stesso periodo, lavora anche come sceneggiatore, in pellicole importanti: Caccia tragica, di Giuseppe De Santis (1946), Lo sceicco bianco di Federico Fellini (1952). Il primo film che porta interamente la sua firma è Cronaca di un amore. Un'opera prima, ma già molto personale nei temi e nello stile: uno spunto quasi giallo, personaggi borghesi indagati nei loro moventi psicologici, una certa asciutezza. A questo esperimento, riuscito, seguono poi I vinti (1952) sulla crisi della gioventù europea; La signora senza camelia (1953), ambientato proprio nel mondo del cinema; Le amiche (1955) e Il grido (1956).
Ed è alla fine degli anni Cinquanta che arriva il suo primo, vero capolavoro, il film che molti cinefili, ancora oggi, considerano il suo migliore: L'avventura (1959). Pellicola così diversa dalle altre, così particolare, così raffinata, da suscitare, nella sua passerella a Cannes, reazioni assai contrastanti: forse per la lentezza, per il suo affidarsi alle immagini e agli sguardi, senza badare al ritmo. E che ha tra i protagonisti Monica Vitti, suo amore e sua Musa in questa fase della carriera.
E infatti, dopo L'Avventura, arrivano La notte (1960) e L'eclisse (1962), sempre con la Vitti. Così come Deserto rosso, anno 1964: il primo film in cui Antonioni accetta la sfida del colore, dopo tante produzioni in bianco e nero, e che gli vale il primo Leone d'Oro della Mostra di Venezia (il secondo, alla carriera, è del 1983). Ma il regista non si riposa sugli allori, anzi, allarga i suoi orizzonti anche all'estero: il suo eterno capolavoro Blow up (1966), ambientato in Inghilterra, vince la Palma d'oro al Festival di Cannes. Poco dopo, nel 1970, la sua quasi muta indagine sull'animo umano sbarca in America, con Zabriskie Point (1970). Gli Usa della contestazione giovanile e della musica rock (celebre la scena finale dell'esplosione, con musica dei Pink Floyd). Pochi anni più tardi, nuova pietra miliare: Professione reporter con Maria Schneider e Jack Nicholson (1975). E ancora, nel 1982, Identificazione di una donna. In cui, sulla falsariga di quanto già fatto da Federico Fellini con altri personaggi cinematografici giudicati di serie B, sdogana come interprete di serie A Tomas Milian, alias lo sbirro Monnezza.
A questo punto, il silenzio. Dovuto alla malattia che lo colpisce, che paralizza parte delle sue capacità comunicative. Ma il cinema - il suo cinema, così centrato sullo sguardo e così poco sulle parole o sui gesti frenetici - è più forte del male. E così, nel 1995, il maestro torna sul set, per girare, insieme all'amico e ammiratore Win Wenders, Al di là delle nuvole. E nel 2002, l'ultimo sforzo compiuto: l'episodio Il filo pericoloso delle cose, nell'ambito nel film a episodi Eros. Gli altri autori sono Wong Kar Wai, Steven Sederbergh, due cineasti più giovani di lui che sicuramente hanno assimilato la sua lezione. La pellicola partecipa alla Mostra di Venezia. L'ultima, girata da questo Grande del cinema.
E adesso - nello stesso giorno in cui si spegne un altro gigante, Ingmar Bergman - la fine: serena, in casa sua, accanto alla moglie. Domani in Campidoglio la camera ardente, dopodomani, nella sua Ferrara, i funerali.
(31 luglio 2007)
giovedì 19 luglio 2007
domenica 24 giugno 2007
"GRINDHOUSE" di Quentin Tarantino
Jungle Julia, la ragazza più sensuale di Austin, in Texas, torna tardi ogni notte insieme alle sue due migliori amiche, Shanna ed Arlene. Le tre ragazze, tutte molto carine, si divertono a passare le serate tra due locali di Austin, dove attirano gli sguardi indiscreti degli avventori. Tra le tante facce presenti nel locale c'è quella inconfondibile di Stuntman Mike...Dopo la perfezione e la precisione filmica di Kill Bill, Tarantino torna sugli schermi con l'opposto della medaglia. Una pellicola che non ha bisogno di recensioni di merito, il solito stile tarantiniano, esasperato da un montaggio fuori dalla grammatica cinematografica, che vuol illudere e giocare con lo spettatore. Ci riesce in peno. Un film da vedere, ma senza troppe aspettative.
VOTO:6.5
Alessandro Passalacqua
domenica 17 giugno 2007
"CHAPLINIANA"
CHAPLIN E L'IMMAGINE
(dal 1°giugno al 30 ottobre 2007)
Dalla sua apertura presso la prestigiosa sala del Jeu de Paume a Parigi nel 2005 oltre 300.000 persone hanno visitato la mostra tra Rotterdam, Amburgo, Bruxelles e Losanna.
Un successo di pubblico senza precedenti grazie allo spettacolare allestimento che coniuga multimedialità e passato e che ha sapientemente illustrato per un pubblico di tutte le età, il linguaggio universale dell’arte di Charlie Chaplin.
Finalmente a Bologna, unica tappa italiana, la mostra è valorizzata dalla spettacolare cornice della Biblioteca Sala Borsa: lungo gli 800 m2 del primo piano sono esposte oltre 260 fotografie di scena e di set, 19 postazioni video per un totale di quasi due ore di proiezioni - estratti di film celebri, documentari, filmini di famiglia, outtakes – manifesti originali di grande formato e riviste d’epoca, registri stampa inediti provenienti dagli Archivi Chaplin di Montreux, album del periodo Keystone… Attraverso un dialogo continuo tra immagini fisse e in movimento, la mostra offre uno sguardo attento e originale sulla nascita del mito e dell’immagine di Charlot e del suo creatore: dal debutto nella troupe di Karno, alla conquista dell’indipendenza artistica, da attore a cineasta a tutto tondo. Chaplin firma capolavori come Il monello, La febbre dell’oro, Il circo, Luci della città, Tempi moderni. Gli anni della maturità espressiva coincidono con quelli della consapevolezza sociale, dell’impegno e della parola: con Il grande dittatore Chaplin si congeda per sempre da Charlot. Durante gli anni della 'caccia alle streghe' si incrina l’idillio tra Chaplin e l’America, fino all’epilogo, con l’esilio svizzero. L’impostazione cronologica è solo un pretesto per mettere in diretta relazione la creazione, la ricezione e la trasformazione dell’immagine Chaplin all’interno del Novecento, e per riscoprirla oggi ancora lucente, viva e senza l’ombra di una ruga.
martedì 5 giugno 2007
"ANITYNG ELSE" di Wody Allen
In questo film Wody Allen realizza una sceneggiatura che rende esaustivamente chiare le nevrosi esistenziali presenti all'interno della propria persona, intesa uomo, scrittore e amante...Comedia corredata appunto da una sceneggiatura non troppo pretenziosa avvolte, ma da un'ottima fotografia curata dal direttore della fotografia (Darius Khondij). Il film riflette le dinamiche psicoesistenziali di un giovane scrittore di New York, alle prese con l'analista, il manager, la vita di coppia, e uno strano tizio di nome David Dobel, scrittore sessantenne che sembra aver superato le sue nevrosi.
VOTO: 6.5
Alessandro Passalacqua
venerdì 1 giugno 2007
'Villa De Felice' festeggia VANDE
"L'ARIA SALATA" di Alessandro Angelini
Fabio è un giovane educatore che lavora con passione e dedizione nel percorso di reinserimento dei detenuti nella società.Un giorno, un detenuto condannato per omicidio, che gli è stato mandato da un collega, si siede a colloquio con lui. E’ Sparti, uomo dal carattere difficile, che il carcere ha contribuito ad indurire ulteriormente. L’incontro inaspettato con questo uomo, costringe Fabio a fare i conti con i fantasmi di un passato familiare rimosso, e a scontrarsi con la sorella Cristina che non vuole riaprire vecchie ferite che mettano a repentaglio la tranquillità della loro vita attuale.
Una pellicola lavorata bene, dove coesistono filosoficamente tematiche molto interessanti soprattutto nel risvolto sociale contemporaneo. Bravo il regista a ritagliare una semplice storia da Tg e farla diventare un buon film, ottima la fotografia dove Arnaldo Catinari conferma il proprio stile fotografico, gia apprezzato e applaudito nel "Caimano" di Moretti.
VOTO: 6,5
Alessandro Passalacqua
martedì 29 maggio 2007
"EDMOND" di Stuart Gordon
tratto dal romanzo:
Il regista Stuart Gordon nei primi anni ’80 fu colpito dalla rappresentazione teatrale dell’originale Edmond scritto da Mamet, e da allora ha sempre creduto che sarebbe stato un bellissimo film. “È un’opera molto cinematografica e di forte impatto” dice Gordon, “e sono dell’opinione che si tratti del suo lavoro migliore.”
Vent’anni dopo, Gordon stava dirigendo “King of the Ants” con Lionel Mark Smith come protagonista, il quale aveva per lungo tempo lavorato con Mamet e che aveva diretto a sua volta una versione teatrale di Edmond. Dopo lunghe conversazioni, i tre pensarono di portare, finalmente, quest’ opera di teatro sul grande schermo.
VOTO: 6,5
Alessandro Passalacqua
Peter Coniglio
Ecco la foto di Peter, il personaggio più noto della scrittrice Beatrix Potter, che vide la luce nel 1902, viveva nel nord dell'Inghilterra nel Lake Districk, il suo nome è Peter Coniglio.
La Potter durante le sue vacanze osservava e portava a casa questi piccoli animali che ispiravano le sue illustrazioni.
Per la gioia di Margherita, e di molti altri bambini e genitori, presto uscirà il film della signora Potter....
interpreti, Renee Zell weger e Ewan McGregor,
diretto da Chris Nolan.
http://www.peterrabbit.com
La Potter durante le sue vacanze osservava e portava a casa questi piccoli animali che ispiravano le sue illustrazioni.
Per la gioia di Margherita, e di molti altri bambini e genitori, presto uscirà il film della signora Potter....
interpreti, Renee Zell weger e Ewan McGregor,
diretto da Chris Nolan.
http://www.peterrabbit.com
lunedì 28 maggio 2007
"SCOOP" di Wody Allen
Sandra è una studentessa americana a Londra per un corso di giornalismo. Mentre assiste al trucco di un mago, a Sondra appare il fantasma di un giornalista che la mette sulle tracce di un serial killer insospettabile.
Tra dieci minuti inizierò la visione dell'ultima fatica cinematografica di W.Allen, speriamo sia una buona visione...vi aggiornerò sul film...
Una pellicola brillante, dall'inconfondibile stile che contraddistingue il regista per la sua innata verve comica. Rappresenta il ritorno alla commedia, dopo il bellissimo e impegnato "Match Point". Una storia rocambolesca e fantasiosa che solo W.Allen ancora oggi riesce a scrivere; sensa scendere mai in banalità o inciampare in cadute di stile. Ottima prova di recitazione della bella S.Johansson, che insolitamente interpreta una buffa e timida studentessa di giornalismo.
VOTO: 7
Alessandro Passalacqua
La Preta Racconta
DETTI ASCOLANI
E' na padella che nn'aredà (è un insensibile)
Zitta! La quagglia merì pe la lengua! ( il parlar troppo nuoce)
Come va? come lu sorreche tra lu rà! ( come va? come il topo in mezzo al grano)
Nne la so pegghiata : ndòcchieme! ( non l'ho presaio...controlla!)
Lu ppiù ppelite porta la rogna ! ( Non se ne salva nemmeno uno)
Dàgghie , dàgghie, da cèpolla devenda..... agghie! (mi sono proprio stufato!)
Cantine Aperte 2007
cantina Emidio Pepe , voto 8...tranne che per la sgarbatezza, nei confronti di Ale che continuava a chiedere il vino scontrandosi con la signora Pepe.......
cantina Stefania Pepe, voto 5 anche per la disorganizzazione...e poi la signora Stefania era ubriaca....
cantina Lepore, voto 7, ma soprattutto molto bella la visita alla cantina....con degustazione dal bianco al rosso...da rifare di seguito più volte cercando di non farsi riconoscere....e poi se mai fai come Ale e ti compri una cassa.
cantina Stefania Pepe, voto 5 anche per la disorganizzazione...e poi la signora Stefania era ubriaca....
cantina Lepore, voto 7, ma soprattutto molto bella la visita alla cantina....con degustazione dal bianco al rosso...da rifare di seguito più volte cercando di non farsi riconoscere....e poi se mai fai come Ale e ti compri una cassa.
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